Come affrontare un corso di acquaticità neonatale

1/7 – Introduzione

Oggigiorno i neo genitori hanno diverse opportunità per familiarizzare con il proprio bambino e con il loro nuovo ruolo: corsi pre parto, incontri di puericultura, massaggi neonatali, e l’ormai popolare corso di acquaticità neonatale, di cui parleremo in questa guida. È bene specificare subito che questi corsi non servono per imparare a nuotare, ma aiutano a rafforzare il legame affettivo tra figlio e genitore (o perché no, tra nipotino e nonno!) in un ambiente, l’acqua, che è stato per diversi mesi quello più familiare al neonato. Pensiamo infatti che il nostro bambino ha trascorso la sua vita intrauterina immerso nel liquido amniotico e si viene dunque a trovare in un elemento affatto conosciuto!L’acquaticità neonatale si può iniziare a praticare piuttosto presto. È sempre bene parlare prima con il pediatra, particolarmente importante è che l’ombelico del piccolo sia completamente cicatrizzato. In genere si comincia intorno ai 3-4 mesi. Le lezioni si svolgono solitamente una o due volte a settimana ed eventualmente acquistabili in pacchetti. Le prime lezioni non sono sempre gioiose, ogni bambino ha reazioni e tempi di adattamento diversi. Ecco una guida su come valutare a scelta e affrontare questa attività.

2/7 Occorrente

  • Eventuale certificato del pediatra

3/7 – La scelta della piscina

Dopo aver valutato aspetti quali la comodità e la raggiungibilità, è bene prestare attenzione ad alcuni fattori nella scelta della piscina. Potete meglio visitarne diverse prima di decidere ed acquistare un abbonamento. Parlare con gli altri genitori può rivelarsi assai utile per scoprire punti positivi e negativi di una struttura.
Tenete conto che una buona piscina per l’acquaticità neonatale dovrebbe disporre di una vasca a parte non troppo grande, che risulti intima e silenziosa. L’altezza dell’acqua dovrebbe consentire ad un adulto di toccare il fondo con i piedi e la temperatura dell’acqua dovrebbe essere intorno ai 32-34 gradi.
Sono aspetti fondamentali l’igiene, l’uso di prodotti di pulizia compatibili con la pelle delicata dei neonati ed il ricambio continuo d’acqua. I moderni sistemi di ricambio veloce consentono l’immissione di quantità minime di cloro riducendo il fastidio e le reazioni di sensibilizzazione.Altro elemento importante è il riscaldamento costante degli ambienti e degli spazi dedicati agli spogliatoi e alle docce. Dovrete avere a disposizione un luogo comodo per il cambio, con un fasciatoio ed eventualmente delle sedute dover poter allattare.
Importante è anche l’insegnante che deve essere competente e di esperienza.

4/7 – La preparazione della borsa

Preparare la borsa con tutto l’occorrente la sera prima è preferibile, magari aiutandosi con una lista che andrà perfezionata con elementi aggiuntivi, man mano che si inizia la frequenza della piscina. Chiedete al personale che sicuramente vi saprà indicare se ci sono richieste specifiche.Innanzi tutto è necessario dire, per quanto per alcuni possa essere scontato, che in piscina ai bimbi non si possono mettere i normali pannolini. Essi infatti si gonfierebbero d’acqua diventando pesanti e scomodi, e non tratterrebbero eventuali feci e urine che si disperderebbero in vasca con ovvi problemi igienici. In commercio troverete facilmente dei pannolini specifici da usare in acqua o delle mutandine contenitive. Portatevi due asciugamani o due piccoli accappatoi: uno vi servirà per avvolgere il bambino appena uscito dall’acqua, l’altro dopo la doccia. In questo modo sarà sempre a contatto con qualcosa di asciutto.Non dimenticate il necessario per l’igiene, in particolare si consiglia di usare una crema o un olio nutriente dal momento che il cloro può seccare la pelle.

5/7 – L’atteggiamento e le aspettative

Ogni bambino reagisce a questa attività, come ad ogni evento della sua vita, a modo suo. Alcuni possono essere tesi e spaventati, altri si ritrovano subito nel loro elemento rilassandosi. Rilassatevi anche voi e non scoraggiatevi. Accompagnate il piccolo con movimenti dolci, facendolo sentire circondato dalle vostre braccia e dalla vostra voce. Ricordate che non siete a una gara! Non c’è il bambino “più bravo”, ma solo adulti desiderosi di relazionarsi in modo armonioso con i bambini che amano.Stare in acqua insieme ha grandi vantaggi per grandi e piccoli: rilassa la muscolatura, rinforza l’apparato muscolare e sviluppa l’attività motoria, calma il bimbo favorendo il rilascio di endorfine nel corpo e facendogli ritrovare le piacevoli sensazioni del grembo materno, favorisce il l’eliminazione del catarro dalle vie respiratorie, aumenta l’intesa tra genitore e figlio creando sintonia. Non tralasciamo poi l’aspetto sociale: spesso in queste occasioni si incontrano altre famiglie con cui confrontarsi e nascono belle amicizie.

6/7 Guarda il video

7/7 Consigli

  • Non far entrare il bimbo in acqua quando è affamato.
  • Non praticare se il bimbo non è stato bene.
  • Approcciatevi con dolcezza e non insistete se il piccolo è spaventato.
  • Cercate l’orario che meglio si adatta a quello delle poppate e del sonno del vostro bambino.

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