Come non perdere la pazienza con i bambini

1/6 – Introduzione

La nascita di un figlio rappresenta il momento più bello nella vita di una coppia. Allo stesso tempo, il nuovo arrivato, porta “scompiglio” nella vita familiare. Cambiano tutte le abitudini e le priorità dei genitori. L’adattamento alla nuova vita è già motivo di nervosismo. Ma, basta anche un timido sorriso di nostro figlio e siamo le persone più felici del mondo. Tuttavia, la quotidianità è fatta di tanti piccoli e grandi gesti che scardinano l’ordine e la calma naturale delle cose. In questo, ogni bambino, senza sforzo, è bravissimo ad alterare il delicato equilibrio della vita degli adulti. Sono questi i momenti che ci chiediamo come non perdere la pazienza con i nostri bambini. Vediamo alcune “dritte” per affrontare serenamente queste situazioni.

2/6 Occorrente

  • Calma
  • Rispetto
  • Buona educazione

3/6 – Rispettare le fasi di crescita

La crescita di un bambino è fatta di continue conquiste. Nei primi mesi di vita il piccolo piange disperato per fame, dolore e disagio. Non serve perdere la pazienza con i bambini in queste circostanze. Il pianto del bambino è l’unico modo di esprimersi che ha. Se organizziamo la giornata, consapevoli delle normali esigenze quotidiane, possiamo perfino prevenire quel pianto disperato che farebbe perdere la calma a chiunque. Conoscendo gli orari della pappa, anche se stiamo fuori casa, avremo a portata di mano tutto l’occorrente per soddisfare in tempo brevissimo la sua fame. Il piccolino può diventare ingestibile semplicemente perché deve essere cambiato. Anche in questo caso, non possiamo aspettarci che il bambino aspetti a lungo in quelle condizioni.

4/6 – Rispettare alcune regole

Non esiste il bambino perfetto, come non esiste il genitore perfetto. Le variabili in una famiglia sono infinite. Per questo motivo ci vengono in aiuto le “famose” regole. I bambini dovrebbero condurre una vita, per quanto possibile, regolare. I numerosi cambi di programma durante la giornata rendono il piccolo molto nervoso e capriccioso. Bisogna imporre delle regole per il risveglio, la colazione, la nanna, il momento dei giochi. Ricordarsi che ogni eccezione, scardina a lungo una regola cementata da tempo. Se si consente al bambino di salire con le scarpe sul letto per una volta, pretenderà di farlo sempre. Se si da il cellulare in mano al piccolo per vedere i cartoni animati tramite internet per farlo stare tranquillo, vorrà farlo sempre. Te lo chiederà mentre sei più vulnerabile, come il momento della spesa o dal dottore e tu non saprai dire di no, per evitare altri capricci.

5/6 – Riconoscere il vero capriccio

I capricci rappresentano il motivo principale per perdere la pazienza con i bambini. Ma non si tratta sempre di vero capriccio. Il bambino crescendo vuole diventare indipendente ed esplorare il mondo che lo circonda. Il piccolo che impara a camminare vede che l’ambiente circostante è ricco di ostacoli. Non arriva alla maniglia delle porte, non arriva al tavolo, non può toccare alcuni oggetti e così via. Si deve riconoscere il capriccio dal disagio. In questo modo capiremo subito che non è proprio il caso di perdere la pazienza. Tuttavia, senza impegnarsi troppo, il bambino diventa così insistente che scatena il nervosismo del genitore che non può intervenire immediatamente per aiutare il piccolo.

6/6 – Come controllare il nervosismo

Le occasioni per perdere la pazienza con i bambini sono veramente tante. Ricordiamo che il bambino, crescendo, vuole affermare la sua personalità. A due anni dice sempre “No” perché ha capito che suscita delle reazioni e cerca di imporre la sua volontà contro quella del genitore, anche se il motivo è sbagliato. Ad esempio non vuole mangiare o non vuole uscire a passeggio. Anche se riconosciamo che il disagio del piccolo non è un capriccio dobbiamo intervenire sempre con calma e fermezza. Se si rimprovera il bambino senza convinzione, lui lo capisce subito e si ottiene l’effetto contrario. Il genitore che grida non risolve mai nulla. Non serve neppure a se stessi, perché poi ti senti sconfitto come autorità genitoriale. Proviamo a contare fino a dieci e più, per trovare un po’ di calma e cercare la soluzione più adatta alla situazione. Non proporre al piccolo punizioni assurde. Passata la rabbia del momento, poi le annulliamo e vanifichiamo lo scopo educativo del nostro intervento. Il sereno confronto con i bambini sarebbe la soluzione più giusta. Ma se perdiamo la pazienza non potremo parlare tranquillamente.

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