Come insegnare al bambino a parlare bene

1/4 – Introduzione

Per i figli imparare a parlare bene è una delle prime tappe cruciali della loro vita, così come lo è, ad esempio, imparare a camminare. Questa prima grande conquista del bambino ha bisogno però di tanta costanza e pazienza da parte dei genitori, senza forzare le cose e i tempi facendosi prendere da paranoie o isterie. Ciascun bambino, infatti, segue un suo personale periodo di tempo per queste cose, con un suo tempo del tutto soggettivo, come per iniziare a camminare o abbandonare l’uso della pannolino o del ciuccio. Alcuni bambino dicono la loro prima parola molto presto, altri impiegano più tempo e altri ancora incontrano qualche piccolo problema.
Appurate queste cose, c’è da dire che esistono metodi funzionanti per aiutare i propri figli nello sviluppo del linguaggio. In questa guida vedremo come insegnare al bambino a parlare bene, per aiutarlo, così, ad andare incontro al mondo e a tutte le sue sfide.

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I bambini, di solito, tendono ad imparare ogni cosa prendendo spunto, imitando ciò che l’adulto fa o dice. Per questo motivo il primo consiglio da seguire consiste nel parlare spesso con il bambino, sollecitarlo, spiegandogli con cura e usando parole semplici tutte le azioni, anche le più semplici, che stiamo compiendo. Dobbiamo associare gli oggeti che utilizziamo alle parole, facendo capire i primi rudimentali significati. Un classico esempio è la palla, oggetto comunemente usato dai bimbi per i loro primi giochi; cerchiamo di spiegare che quell’oggetto rotondo con cui il bimbo conosce i primi divertimenti ha un nome ben preciso con cui potrà conoscerlo. Altro classico esempio sono i nomi di mamma e papà che, essendo le persone più a stretto contatto con il piccolo, saranno quelle maggiormente cercate dal bambino.

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Nel momento in cui comunichiamo le parole al bambino, dobbiamo ricordarci di usare i vocaboli giusti, senza storpiarli e scandendoli ottimamente; così il bambino imparerà il corretto utilizzo delle parole e il loro relativo significato.
Un altro procedimento da usare è quello di leggere al bambino quanti più libri e libricini possibili. Sono in commercio tantissimi libri illustrati, tipo quelli con gli animali e il loro nome, ma anche quelli con gli oggetti e il loro significato. Con molta pazienza, mostrate al bambino le immagini e scanditegli a dovere la parola corrispondente. Oltre a tutto ciò, anche il socializzare con altri suoi coetanei è un grande incentivo per lo sviluppo del linguaggio del bambino; interagendo insieme i bambini imparano molto di più di quanto ci si aspetti.

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Tantissimi sono gli studi che sono stati compiuti sul linguaggio infantile e dei bambini, e sono stati scritti molti saggi e libri interessanti e autorevoli sull’argomento. Alcuni di questi libri riportano elenchi in cui sono descritte le parole che un bambino in una data fascia di età dovrebbe sapere. Alla fine dei due anni, ad esempio, il bambino dovrebbe conoscere massimo 350 parole, mentre il minimo per questa età è di 25. Generalmente la media per questa fasci di età è di 150 parole. La cosa più importante, come in molti aspetti, è mantenere un certo buon senso; ogni genitore deve valutare con lucidità e cognizione di causa l’apprendimento linguistico dei propri figli, in modo tale da riscontrare l’eventualità di un problema di linguaggio. Non dimentichiamo, in ultima istanza, che la comunicazione non verbale è importante quanto, se non di più, di quella verbale: baci, coccole, abbracci e un clima sereno e disteso sono importantissimi per stimolare l’apprendimento verbale.

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