Come incoraggiare un bambino con un ritardo del linguaggio

1/7 – Introduzione

L’enorme importanza del linguaggio nei rapporti umani, può portarci a credere che il suo sviluppo sia totalmente a carico di fattori biologici. In realtà, la capacità di esprimersi e la sua naturale evoluzione, è spesso soggetta a notevoli variazioni individuali. Notare che il nostro bambino tardi a manifestare la sua loquacità deve preoccuparci, ma non è necessariamente indice di patologie. Solitamente i bambini che mostrano intorno ai due anni un’immaturità lessicale, tendono a recuperare giunti ai tre anni di età. In questi casi, l’approccio di medici specializzati (logopedista – psicologo – terapisa della riabilitazione) è fondamentale e non deve essere rimandato. Anche noi genitori però possiamo aiutare e stimolare il linguaggio del nostro piccolo. In questa guida vogliamo illustravi come incoraggiare un bambino con un ritardo del linguaggio.

2/7 Occorrente

  • Visita pediatrica
  • Logopedista
  • Giochi fonetici

3/7 – Unite il momento ludico con il dialogo verbale

Il primo passo per affrontare la situazione è certamente quello di chiedere consiglio al nostro pediatra di fiducia. La competenza medica del nostro pediatra e la sua approfondita conoscenza delle varie tappe di sviluppo nei bambini, potrà aiutarci a fugare semplici paure. Come potrebbe fare la differenza il suo intervento nella risoluzione del disturbo o del ritardo. Anche noi genitori però ricopriamo un ruolo importantissimo. Il nostro aiuto, rafforzato dall’amore, può essere determinante. Giochiamo con il nostro bambino, e parliamogli molto. Mescoliamo cioè, il momento ludico del gioco alle parole. Lasciamo che la nostra voce lo rassicuri e catturi la sua attenzione. Parliamo utilizzando un tono di voce calmo e scandito, in questo modo il bambino avrà il tempo di assorbire le parole. Evitiamo di parlare in modo concitato e frettoloso, rischiamo solo di innervosire il nostro piccolo.

4/7 – Sviluppate la sua loquacità

Un’altra modalità per sviluppare la sua loquacità, è quella di spronarlo verso qualsiasi forma di espressività. Ci si dovrà sforzare di indurlo a forme di dialogo continue, sistematiche, che possano sviluppare la sua creatività verbale. Questo dovrà e potrà avvenire soprattutto nel gioco, momento nel quale ogni bambino non soltanto riesce ad essere se stesso, ma è anche in grado di sviluppare meglio la sua capacità di creazione di eventi e situazioni. In questi momenti si dovrà avere un dialogo fitto con il bambino, facendo a lui domande e chiedendogli di spiegare le sue azioni e perché sta facendo quella cosa. Occorrerà dunque, per prima cosa, coinvolgerlo in quello che sta facendo, cercando di interessarlo e di fargli capire quanto siano per voi interessanti e degne di attenzione le cose che sta facendo.

5/7 – Cercate di valorizzare le sue passioni

Se il bambino è più grandicello, cerchiamo di capire quelle che sono le sue passioni. Se notiamo una propensione verso l’arte ad esempio, sproniamolo con amore verso di essa, cercando di farci spiegare a modo suo la sua passione. Anche lo sport può essere un buon modo per aiutare il nostro bambino ad integrarsi e a sciogliersi dalla timidezza. Cerchiamo però sempre di valutare il carattere del nostro bambino. Esporlo al giudizio di altri bambini potrebbe anche essere controproducente. Procediamo quindi per gradi. Diamogli il tempo per abituarsi alle situazioni e ad approcciarsi ad esse con il suo ritmo.

6/7 – Evitate atteggiamenti di stizza

Nonostante, come detto, sia importante spronarlo nello sviluppo della sua capacità di espressione, evitiamo assolutamente alcuni atteggiamenti: ad esempio, non obblighiamo il piccolo a ripetere una parola per forza nel modo giusto. Costringerlo o insistere affinché lo faccia, può essere dannoso e altamente frustrante, sia per il bambino che per il genitore. Evitiamo quindi atteggiamenti di stizza che possono far sentire il bambino inadeguato. I nostri esercizi con lui devono svolgersi nella massima tranquillità psicologica possibile per il bambino, cercando di fargli capire che quello che stiamo facendo insieme non è un compito o una prova, bensì solo un simpatico gioco. Dobbiamo essere noi la sua fonte di rassicurazione e forza. Ripetiamo noi la parola nel modo corretto cercando di enfatizzare, anche con facce buffe, la pronuncia. L’approccio con il sorriso e la costanza daranno mirabili risultati.

7/7 Consigli

  • Leggiamo ai nostri piccoli delle fiabe che siano semplici. Rafforzeremo il nostro legame e li aiuteremo a concentrarsi sulle parole ed il loro suono

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