Come capire se il neonato non digerisce il latte

1/7 – Introduzione

Tutte le neomamme cercano di capire se il loro piccolo digerisce o meno il latte, molte si preoccupano se il neonato dopo la poppata non fa il ruttino, oppure se rigurgita o addirittura si allarmano se notano che è un po’ agitato o ha il singhiozzo. Questi sono tutti falsi campanelli d’allarme, perché l’unico vero modo per valutare la digestione e quindi l’assorbimento a livello dell’intestino è osservare le feci. Bisogna prestare attenzione oltre che all’aspetto e alla consistenza anche al numero delle evacuazioni; se questi parametri sono nella norma non siamo in presenza di cattiva digestione. La guida seguente ti spiega in modo semplice come capire se il neonato non digerisce il latte; prosegui con la lettura.

2/7 – Rivolgersi al pediatra per avere le giuste indicazioni

Diventare madre significa conoscere la vera gioia ma anche la vera paura. Quando si ha a che fare con un essere così piccolo che dipende in tutto e per tutto da te spesso si è portati ad essere particolarmente apprensivi e a vedere problemi anche dove non ci sono. Comunque in presenza di qualunque tipo di dubbio rivolgiti ad un esperto che abbia la tua completa fiducia e che sappia consigliarvi nel migliore dei modi.

3/7 – Valutare le manifestazioni naturali dopo la poppata

I bimbi spesso insieme al latte introducono una certa quantità di aria che fuoriesce con il ruttino. Se un bambino succhia nella maniera giusta senza ingurgitare molta aria non è affatto detto che faccia il ruttino. Anche il singhiozzo è una manifestazione naturale e frequente nei neonati, soprattutto dopo un pasto abbondante e non è assolutamente indice di cattiva digestione.

4/7 – Valutare se c’è una intolleranza al lattosio

Congenita intolleranza al lattosio è molto rara ed è una malattia metabolica ereditaria e non un’allergia. Questo disturbo si ottiene generalmente entro pochi giorni dopo la nascita ed è caratterizzata da una grave diarrea, vomito, disidratazione e difetto di crescita. Si risolve dopo l’età di sei mesi. Altra meno grave malattia metabolica simile è la carenza di lattasi congenita. Questo disturbo si manifesta entro 10 giorni dalla nascita, si verifica quando il necessario per la digestione del lattosio nel piccolo intestino è basso o assente alla nascita ed è caratterizzato da diarrea e malassorbimento. Alcuni bambini prematuri hanno una forma temporanea di intolleranza al lattosio (carenza di lattosio sviluppo) perché i loro corpi non ancora producono lattasi. Questo andrà via quando il bambino matura, e in realtà il processo di maturazione può essere accelerata per ingestione del bambino di lattosio. Una possibilità è quella di aggiungere lattasi di poppate del bambino (invece di passare alla formula senza lattosio, che è nutrizionalmente inadeguata).

5/7 – Non preoccuparsi nel caso di rigurgito

Il rigurgito, invece, è una piccola quantità di ciò che è contenuto nello stomaco ed esce senza violenza dalla bocca del neonato, ciò è dovuto al fatto che la valvola che si trova nell’imboccatura dello stomaco non trattiene ancora bene il cibo. Qualsiasi movimento può provocare il rigurgito, dondolare il bambino, abbracciarlo troppo stretto o coricarlo, ma anche gli stessi movimenti dello stomaco provocati dalla digestione. Nella maggior parte dei bambini la tendenza al vomito è maggiore durante le prime settimane e i primi mesi di vita e si attenua man mano che crescono. Quasi sempre è già scomparsa quando cominciano a stare seduti da soli. Il rigurgito è fastidioso e antipatico, ma non ha importanza se il bambino cresce bene ed è contento.

6/7 – Consultare il pediatra nel caso di reflusso gastroesofageo patologico

Se osservi delle modificazioni nella digestione del bambino, consulta subito il medico. A volte bastano pochi accorgimenti che riguardano i tempi e i modi dell’allattamento. Nei casi di reflusso gastroesofageo patologico vero e proprio il pediatra deciderà per una cura opportuna. Non cercare assolutamente di fare la diagnosi da sola, è molto facile sbagliare ed è probabile che accada.

7/7 Consigli

  • Consultati sempre con il pediatra.
Riproduzione riservata